Tra storia, mito e cosmetica
Veleno, una parola estremamente affascinate e misteriosa, che sin dall’antichità è stata connessa a miti e leggende. Questo vocabolo deriva dal latino venēnu(m) che significa propriamente filtro magico. Non solo, la radice della parola latina contiene la parola Venus, e da qui, la stretta connessione a Venere, assimilata ad Afrodite, Dea della bellezza.
Significati, connessioni, e collegamenti che ripercorrono la storia arrivando fino ad innestarsi nella società contemporanea che, di filtri magici e bellezza, se ne intende parecchio. Infatti, la ricerca in campo cosmetico si è gradualmente spostata anche verso il regno animale con crescente interesse riguardo veleni di insetti, rettili e non solo.
Sebbene le proprietà terapeutiche di alcuni veleni, come quello d’ape, furono note fin dal tempo degli Egizi; anche oggi si può constatare una sorta di “mitridatismo contemporaneo” che risiede nel ricercare prodotti di cosmetica a base di veleno altamente ricercati e inusuali quali, il veleno di serpente, medusa o lumaca. Attualmente, però, le aziende del settore si stanno sempre più specializzando nell’utilizzo del veleno d’ape in quanto risulterebbe il più efficace.
I benefici di questo veleno risiedono nel riattivare il meccanismo di rinnovamento cellulare, che per le pelli mature è molto più rallentato. L’utilizzo del veleno, infatti, stimola una maggiore produzione di collagene, di elastina e di altre sostanze che vanno a riempire le rughe d’espressione.
Metodo d’estrazione
Risulta noto alla maggior parte che, per meccanismo naturale di autodifesa, nel momento in cui l’ape rilascia veleno essa stessa muoia. Questo perché quando il pungiglione si incastra nel corpo della vittima, rilasciando il veleno, avviene un contemporaneo stacco di questo dal corpo dell’ape che la porta alla morte.
Sono stati così messi a punto negli anni meccanismi di raccolta capace di indurre l’ape a espellere il veleno preservando l’integrità del pungiglione. Si pensi che già dal 1930 iniziarono le tecniche pionieristiche nell’estrazione del veleno d’api. Tra i pionieri, l’azienda apistica Mack situata ad Illertissen in Germania.
Attualmente le tecniche in uso sono in grado di indurre l’ape a espellere il veleno preservandone la totale integrità di questa. Lo strumento cardine dell’estrazione è una griglia elettrizzata la quale emette impercettibili scariche a bassissima intensità che simulano una minaccia per l’animale e quindi l’istintiva risposta di autodifesa.
In questo modo l’ape attaccherà una lastra di metallo o vetro sulla quale non avviene un’iniezione bensì un deposito di apitossina.
Successivamente la superficie, impregnata dello sciropposo liquido, viene lasciata asciugare; l’acqua evapora facendo rimanere in superficie solo i residui proteici solidi, che poi verranno raschiati per essere impiegati nella produzione di cosmetici.
Le “Gocce d’oro” nella cosmesi
Le gocce d’oro di questo animale, che unisce dolcezza e durezza allo stesso tempo, sono ingrediente prezioso di varie case cosmetiche. Molte le start-up, che poggiandosi su continua ricerca in campo scientifico creano prodotti efficaci usando questo elemento ricercato.
Symbiosis London, start-up britannica fondata nel 2018, ne è l’esempio magistrale. Formula del successo è stato appunto il saper creare prodotti di alta gamma attraverso l’uso di accurati elementi scelti. Pilastro portante della loro filosofia risulta essere l’impronta ecologica; infatti, in Symbiosis si celebra la bellezza sostenibile e pulita. Chiave è il fatto cheogni fase del processo di produzione venga esaminata attentamente creando solo prodotti cruelty free.
Tre i prodotti altamente specifici a base di veleno d’ape con funzione anti-età, i quali mirano ad illuminare e tonificare la pelle fornendo al contempo nutrimento e benefici anti-invecchiamento. Ogni prodotto è però caratteristico per ogni esigenza, il veleno d’ape viene abbinato ad altri ingredienti della natura per funzionare in tandem senza mitigare gli effetti l'uno dell'altro e garantire massima sicurezza ed efficacia.
Per esempio, il siero viso riparatore è composto da ingredienti come veleno d’ape e niacinamide per illuminare e tonificare la pelle; mentre la crema idratante anti-età è costituita da veleno d’ape e Algae per creare un cocktail di vitamine essenziali, idratanti ed antiossidanti che mirano ad idratare, tonificare e levigare la pelle. Funzione diversa, invece, quella della crema contorno occhi a base di veleno d’ape e Squalane che mira ad illuminare e rinfrescare gli occhi stanchi, contribuendo a ridurre e levigare l'aspetto di occhiaie e borse.
Si deduce, quindi, che il “Fil Rouge” che connette il passato al presente è l’affidarsi ad elementi particolari e ricercati che la natura offre. Così come sui papiri che risalgono al 2000 a. C., è testimoniato l’uso del veleno d’api nell’antico egizio, così nella società contemporanea le proprietà del veleno vengono riconosciute ed utilizzate per alleviare i segni dell’invecchiamento celebrando la bellezza naturale di ogni donna.